Continuando il nostro percorso nel grande mondo della consapevolezza digitale, oggi voglio parlare del meccanismo influencer-follower o, detto in italiano, capo-gregario. 

In ogni gruppo sociale (non solo umano, ma anche animale) è sempre esistita la dinamica capo-gregario. Il capo è normalmente un soggetto dotato di carisma, capace per doti naturali o per apprendimento (o, più spesso, una combinazione dei due) di attrarre a sé e condizionare il comportamento di altri soggetti caratterialmente più deboli, i gregari appunto. Le armi del capo possono essere diverse: il carisma naturale, l’intelligenza, l’attrazione, la forza, la ricchezza, la minaccia, la persuasione. Il gregario trova nel capo quella sicurezza che gli manca, diciamo che nel capo trova protezione in cambio di fedeltà. Nelle dinamiche sociali, esistono poi i liberi pensatori, o outsiders, individui che non hanno capacità o interesse ad acquisire il ruolo di capo, ma godono di sufficiente sicurezza di sé e/o intelligenza per non diventare gregari. I rapporti tra liberi pensatori sono alla pari, mentre il rapporto capo-gregario è di dominio-sudditanza. 

Questi meccanismi, dicevamo, sono sempre esistiti. Basti pensare alle dinamiche tra compagni di scuola, o di squadra, oppure alle relazioni umane tra colleghi. 

 

Oggi tuttavia il mondo digitale sta (ri)proponendo questi meccanismi antichi modificandone dinamica e portata. In primo luogo utilizza un linguaggio più neutro. Oggi il capo si chiama “influencer” ed il gregario si chiama “follower”. Il gruppo sociale in cui si innestano queste dinamiche non è più un gruppo ristretto (l’azienda, la scuola, la società sportiva, …), ma, grazie alla rete, l’intera comunità umana. Influencer e follower non hanno una conoscenza diretta ma solo virtuale, inoltre, mentre il follower sa tutto dell’influencer, l’influencer non sa nulla del follower, o meglio, conosce i followers come massa aggregata indistinta, oggetto di analisi numeriche. In apparenza, la capacità di influenzare è minore, e la sudditanza è meno percepita, ma siamo davvero sicuri che sia così? 

 

Vorrei fare due esempi richiamando la storia recente. 

Un famosissimo influencer dell’era contemporanea, il sig. Elon Musk, patron della casa automobilistica Tesla e di innumerevoli altre iniziative imprenditoriali di successo, nei primi giorni di febbraio 2021 annunciava (immediatamente dopo averne acquistato un’enorme quantità) che Tesla avrebbe accettato il pagamento delle sue automobili in Bitcoin. La quotazione della criptovaluta in un solo giorno balzava del 19% e, nei giorni successivi, cresceva fino ad un massimo di $ 57.000 (contro i $ 33.000 di inizio mese). Attorno alla metà del mese di maggio 2021 lo stesso Musk annunciava la sospensione della possibilità di acquistare le automobili tramite Bitcoin per dubbi sulla relativa sostenibilità ecologica. La quotazione della criptovaluta crollava in un sol giorno del 12% e, dall’inizio alla fine del mese di maggio, passava da $ 57.000 a $ 37.000. 

La lettura più maliziosa, ma forse realistica, di questa vicenda è che il sig. Musk avrebbe sfruttato la sua influenza su milioni di followers-gregari per organizzare una manovra speculativa a loro stesso danno, arricchendosi enormemente. L’aspetto scioccante è che questa manovra pare non abbia minimamente intaccato la sua reputazione, e lo stesso continua ad essere considerato una specie di guru da centinaia di milioni di seguaci. 

 

Un secondo esempio, tratto da un diverso ambito, è legato ad una vicenda, di per sé insignificante, accaduta durante il campionato europeo di calcio nell’estate del 2021. Il famosissimo e seguitissimo campione portghese Cristiano Ronaldo, durante una conferenza stampa post-partita, con un semplice gesto dimostrava il suo scarso apprezzamento per la Coca-Cola ed incoraggiava a bere, piuttosto, acqua. Il gesto, apparentemente privo di malizia, portò tuttavia (si dice) ad una diminuzione del valore di borsa di Coca-Cola di circa 4 miliardi di dollari. Può far piacere che un campione molto seguito ed apprezzato dia un messaggio salutistico alle giovani generazioni, tuttavia una risposta così shock del mercato è rappresentativa del timore che un semplice gesto di un influencer possa determinare un significativo calo dei consumi globali della bevanda zuccherata più famosa e diffusa al mondo. Paradossalmente, se lo stesso gesto fosse stato fatto dal più grande nutrizionista del globo, non avrebbe prodotto alcuna conseguenza. 

 

Gli esempi dimostrano che la società digitale sta trasformando profondamente le vecchie dinamiche. In un contesto di gruppo sociale globale, gli influencers-capi sono sempre di meno, i followers-gregari sempre di più.  I liberi pensatori sono sempre più isolati e, forse, una razza in via di estinzione. Questa tendenza non può che destare preoccupazione, soprattutto osservando le generazioni native digitali, in quanto una società sana e democratica ha bisogno di un alto numero di liberi pensatori, capaci di esprimersi con i formidabili strumenti digitali a loro disposizione. Il rischio è quello di una desertificazione del pensiero, di un indebolimento delle capacità di discernimento autonomo e del libero arbitrio, ed una adesione di massa alle tendenze dettate dall’influencer di turno. 

 

Consapevolezza digitale è, anche, imparare ad avere un approccio critico ai contenuti, esprimere dubbi, insegnare ai nostri ragazzi a non dipendere dal giudizio altrui. Costruire delle relazioni (anche digitali) paritarie, improntate al rispetto. all’ascolto, al dialogo ed al confronto. (Re) imparare a leggere testi complessi, fino in fondo, anziché fermarsi agli slogan ed ai “tweet”. Osservare le cose da più prospettive. Essere originali.